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venerdì 14 settembre 2012

2. Come addestrare un cane da show


TOKIMA'S NORTHWEST PASSAGE (Campione Mondiale ed Europeo) dell'allevamento Hydrargium,  Slovenia 
Come insegnare tutto ciò a un cane?
L’insegnamento deve iniziare fin da piccolo, anche a due mesi di età. Come avrete notato le cose da fare sono particolari e non tutte nella natura del cane. Se tutto ciò venisse insegnato da piccolo, dopo non avremmo alcun problema (anzi è più facile di quel si pensi). Mentre abituare un cane adulto anche solo a piazzarsi, beh è una vera impresa!

Toelettatura
Rendere il cane presentabile è molto importante nelle esposizioni. Non lo si fa, come alcuni pensano, per rendere il cane un peluche. Invece si deve presentare un cane ben lavato e curato, con il pelo pulito e lucido. Se il giudice vede un cane poco curato, sporco, infangato, con ciuffi di pelo morto, capirà certamente che il cane è tenuto male e che il padrone non si prende cura di lui. Ma in effetti anche io la penserei così, perché la cura del pelo è importante per i nostri amici, anche se non sono da expo!

A due mesi di età, considerando che il cucciolo sia preso in allevamento non prima dei 60 giorni, è ancora presto per la prima lavata. Così passiamo alle spazzole. Dobbiamo facilitarci l’operazione insegnando al cucciolo a stare su un tavolo. Ai cani non piace molto l’idea perché soffrono più di noi l’altezza. Ci basterà comunque metterlo sul tavolo e dare un bocconcino, qualche coccola e subito giù. Si continua così, anche più volte al giorno lasciando una lunga pausa tra un tentativo e l’altro. E’ importante non metterlo mai a disagio, ma trasformare il tavolo in qualcosa di bello. Cioè se sali e stai fermo lì avrai bocconcini, coccole e relax.
Tavolo da toelettatura, ci facilita il compito.
Solo quando il cucciolo non mostra più paura o disagio possiamo passare alle spazzole. Prima però deve conoscerle. Lasciamolo familiarizzare con questi strani oggetti. Possiamo giocarci, lasciarli odorare e nel frattempo accarezzarlo per tutto il corpo (con le mani), compreso la coda. Poi si comincia a spazzolarlo, più per gioco che per necessità. Ogni volta che passiamo la spazzola, seguiamola con la mano così il cucciolo sentirà: passaggio spazzola, carezza, passaggio, carezza, bocconcino! Con il tempo la sua percezione delle spazzole sarà la stessa delle vostre mani: coccole.
L’operazione delle spazzolate può essere eseguita quando si voglia, anche tutti i giorni. Quando arriverà il momento del primo bagno, se gli abbiamo insegnato a vedere la spazzola come una coccola e il tavolino come il luogo di attenzioni da parte del padrone, allora non avremmo molte difficoltà nella vasca.

Il trucco, anche qui, sta nel fare tutto gradualmente. Personalmente uso riempire la vasca prima dell’accesso del cane e quando lo metto dentro, vado subito con le coccole e parole rassicuranti, magari le stesse che uso sul tavolino. Il trucco è fargli capire, anche sta volta, che il bagno è un momento di coccole, di relax, di attenzioni! Ciò significa che noi per primi dobbiamo essere rilassati, non essere frenetici o nervosi. Per bagnargli il pelo usiamo le mani e lo accarezziamo, quando mettiamo lo shampoo lo accarezziamo e per sciacquarlo anche. Possiamo dare dei bocconcini anche qui, ma li consiglio solo se il cane è a disagio. In genere la pappa non la voglio prima o durante il bagno.

Il phon e il soffiatore sono più insidiosi. Ai cani danno fastidio non solo per il rumore, ma anche per il loro getto sul pelo. Qui bisogna stare più attenti perché rischiamo di fargli sviluppare una vera fobia. Quindi in primo luogo devono sentire questo rumore fin da piccoli, in secondo luogo non devono essere messi sotto il phon o soffiatore la prima volta che lo sentono e vedono nella loro vita.

Lasciamo che il cucciolo conosca gli attrezzi, occhio a non farli mordere! 

Per abituarli uso un piccolo accorgimento. Mentre il cucciolo sta per i fatti suoi, nella stessa stanza accendo il phon. Non lo metto rivolto verso il cucciolo, anzi mi allontano dal phon, lasciandolo acceso, e vado a giocare con il cane. Se lui si mostra a disagio o spaventato, gli parlo. In genere c’è un tono che noi usiamo, anche senza rendercene conto, che al cane suscita curiosità. Per esempio “che cosa è?”, “dov’è?” accompagnati con certi atteggiamenti, tipo gran sorriso e girare la testa in cerca di qualcosa. Se riusciamo a incuriosirlo, si avvicinerà al phon per annusarlo e capire cosa sia. La sua curiosità la possiamo trasformare in gioco, per esempio andando anche noi curiosi verso il phon, buttarci a terra con lui. Se il cucciolo si mostra piuttosto curioso e con poco disagio, si spegne il phon, ci si complimenta con lui e si riprova un’altra volta (abbiamo avuto successo). Se il cucciolo si mostra a disagio, scappando e non volendo proprio più giocare, si spegne il phon e si riprova un’altra volta.

Le prime volte il phon non deve essere messo al massimo, che fa più rumore, ma al minimo. Quando il cucciolo non farà più caso alla presenza del phon, possiamo provare a soffiarlo, sempre messo al minimo. Anche qui si procede con le carezze. Quindi puntiamo il phon sulla zampa del cane, ma accarezziamo proprio la stessa zona. Importante è non soffiargli il phon in faccia, mai le prime volte. Altra cosa da ripetere è dargli bocconcini e coccole sia durante il processo che alla sua fine. Più spettacolo fate complimentandovi con lui, più sarà facile ottenere risultati sperati!

A questo punto abbiamo un cucciolo abituato a: farsi spazzolare, farsi lavare, farsi asciugare. Per il momento non ci importa se sta fermo o meno sul tavolo o nella vasca, se sta in piedi o si addormenta (l’ideale). A quello ci penseremo quando sarà più grande e quando avrà imparato a piazzarsi.

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